Generalmente nell'immaginario collettivo la meditazione è associata al monaco buddista con gambe incrociate in procinto ad intonare il mantra dell'Om.

Nella migliore delle ipotesi viene vista come una pratica noiosa, fine a se stessa, astratta e quasi inutile.

La meditazione infatti non serve a niente, se non sai come farla.

D'altronde in occidente non abbiamo multa cura della nostra "igiene" spirituale, probabilmente perché non sappiamo neanche della sua esistenza, ma la meditazione può davvero migliorare la tua vita, incrementare il tuo benessere psico-fisico e incrementare le tue prestazioni se sei un atleta.

In particolare la Mindfulness è qualcosa di ancora meno conosciuto, ma di molto potente per raggiungere questi scopi.

La ricerca ci dimostra che siamo più propensi a portare avanti un compito, un' attività o un lavoro se sappiamo perché lo stiamo facendo.

Dunque oggi vogliamo spiegarti cosa è realmente la vera meditazione, nello specifico la Mindfulness, qualcosa di molto più pratico e pragmatico di quello che la gente pensa.

A seguire l'articolo della Dr.ssa Silvia Gagliardi, Psicoterapeuta Comportamentale.

MINDFULNESS E SPORT


L’ articolo di seguito parte da una domanda:
 
potrebbe la partica meditativa migliorare la performance sportiva di un atleta?
E in che modo?  
Ed agendo su quali fattori cognitivi ed emotivi?

Il termine Mindfulness viene dal buddismo “theravada”, le sue origini si possono rintracciare a partire da pratica meditativa buddista definita oggi come attenzione cosciente, intenzionale e non valutante della propria esperienza nel momento stesso in cui essa viene vissuta.

Intorno alla fine degli anni ’70 Jon Kabat-Zinn inizia ad utilizzare la Mindfulness con pazienti affetti da problemi correlati allo stress mettendo a punto un programma di 8 settimane in gran parte fondato sull'apprendimento della pratica meditativa e definisce la pratica di Mindfulness come il “porre attenzione in un modo particolare, ovvero intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. Esercizi sulla meditazione incoraggiano gli individui a impegnarsi in una consapevolezza non giudicante, incoraggiano ad impegnarsi sulla loro esperienza interiore che si verifica in ogni momento, incoraggiano a prestare attenzione alle sensazioni corporee, alle cognizioni, alle emozioni e agli stimoli ambientali.Con lo sviluppo della pratica meditativa ci assumiamo la responsabilità di conoscere meglio il nostro corpo, di ascoltarlo e sviluppare le nostre risorse interne per aumentare l’accettazione e la pazienza.

Grazie alla pratica Mindfulness si impara qualcosa di se stessi, come ad esempio l’osservazione del dolore / fatica, dell’emotività; si impara ad essere concentrati, a dirigere l’attenzione, ad esplorare quello che accade con atteggiamento curioso, tutto questo senza averlo come obiettivo da raggiungere e senza critica e/o giudizio. In sintesi la Mindfulness si può considerare come “una modalità dell’essere, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente”.

Questa modalità dell’essere, affinché possa realizzarsi, deve essere coltivata e sperimentata. Nella meditazione si osserva solo ciò che accade, non si cerca nulla, non si aspetta niente. Questo atteggiamento di pura osservazione priva di giudizio e valutazione rende la mente calma e riduce la tensione e le preoccupazioni.

Sono sette le caratteristiche dell’atteggiamento da assumere durante la pratica meditativa nello specifico:
-     Non giudizio: essere testimoni imparziali e distaccarsi dai giudizi continui che avvengono dentro di noi, sulla nostra vita e sulla pratica stessa;
-     Pazienza: va indirizzata nei confronti del nostro corpo e della nostra mente. 
-     Mente del principiante: vedere le cose come se le vedessimo per la prima volta, senza giudicare, né avere filtri;
-     Fiducia: sviluppare fiducia nella propria esperienza e nelle proprie sensazioni;
-     Non cercare i risultati: potrebbe essere un ostacolo nella meditazione. Il non fare ti permette di essere te stessa, al contrario il dirti che devi migliorare è un chiaro segnale che così come sei non vai bene. Il fine è osservare le cose così come sono, momento per momento;
-     Accettazione: ogni cambiamento passa per l’accettazione di come sei ora e di come sono le cose ora;
-     Lasciare andare: nella pratica dobbiamo mettere da parte la tendenza della mente a voler trattenere dei pensieri e a respingerne altri. L’esperienza deve essere quella di osservare e basta.


 
Si impara la pratica solo facendola e accogliendola nella vita quotidiana. 
 

Negli ultimi trent’ anni la psicologia sportiva ha tentato di comprendere quale possa essere il modo migliore per aiutare gli atleti ad ottimizzare la prestazione dal punto di vista mentale. La Mindfulness attraverso l’accettazione dell’esperienza psico-emotiva e la ricerca di uno stato di flow e ciò che ne deriva, si presenta come un importante programma di training di abilità psicologiche utili agli sportivi.

Nel contesto sportivo il dolore è parte integrante della pratica sportiva, il dolore può influenzare negativamente la reattività emotiva e a suo volta la risposta emotiva non positiva al dolore può portare a comportamenti disadattivi tra cui anche la catastrofizzazione dell’esperienza di fatica:  maggiori abilità di Mindfulness sono associate ad una minore catastrofizazione del dolore questa relazione inversamente proporzionale impatta positivamente sui tempi di realizzazione della prestazione sportiva.

Ciò significa che si può ottenere una miglioramento della performance attraverso la riduzione dell’esperienza individuale dei pensieri negativi.

Lo stato di flow nello sport rappresenta uno stato psicologico sottostante la performance massima.

Si può definire la flow come la sensazione di essere davvero focalizzati, concentrati, come una fusione tra azione e consapevolezza, nonché come la sensazione di automaticità riguardo l'azione di un soggetto L’attenzione e la consapevolezza sono la parte centrale dell’esperienza di flow negli atleti;

la Mindfulness potrebbe creare le basi per arrivare ad avere un’esperienza di flow efficace. La pratica meditativa rende maggiormente efficaci le esperienze di flow degli atleti a loro volta connesse a picchi prestazionali questo perché i due aspetti principali della flow sono attenzione e concentrazione, due abilità che attraverso la Mindfulness si sviluppano e potenziano. Anche le esperienze di ansia connessa alla prestazione si modificano, ovvero cambiano i significati individualmente associati all’ansia. I programmi basati sulla Mindfulness aumentano la consapevolezza del soggetto, dunque la capacità di riconoscere e gestire gli stati di attivazione più efficacemente e di adeguarli per il miglioramento della prestazione e/o degli obiettivi.

In conclusione praticare nella vita la Mindfulness fa registrare in ambito sportivo dei miglioramenti sull’ansia prestazionale, sullaflow, sull’’attribuzione di significati negativi, sulla capacità di attenzione e concentrazione nonché sulla tendenza a catastrofizzare le esperienze di dolore e fatica, tutto questo senza averlo come scopo ma coltivando le sette principali caratteristiche dell’atteggiamento Mindfulness.

Silvia Gagliardi
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale 


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