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IL CROSSFIT TI FA VEDERE LE STELLE
8 giugno 2022
Se c’è qualcosa che accomuna le donne e gli uomini di ogni epoca questa è la convinzione che il futuro in qualche modo sarà sicuramente migliore del passato e del presente.Ottimismo irrazionale lo definiscono gli studiosi di neuroscienze e di scienze sociali, un bias cognitivo (errore di valutazione) che la nostra mente commette per permetterci di vivere senza il peso di un domani fatto di incertezze e difficoltà. Questo meccanismo, però, comporta delle conseguenze concrete sulle nostre esistenze. Mossi da questo sguardo irrazionale verso i giorni che verranno, infatti, spesso ci affidiamo alla fortuna, assistendo in modo passivo allo scorrere degli eventi, nella speranza di un miracolo, di un segno metafisico, che stravolga e rivoluzioni una quotidianità abitudinaria, difficile e alquanto noiosa.
Niente di male se decidiamo di accontentarci, attendendo quale sorte ci riserverà il destino.
Ma davvero vale la pena rimanere degli spettatori mentre il mondo attorno a noi cambia ogni istante?
Sono due le possibilità che si prospettano all’orizzonte: considerare la nostra vita una MedBall che qualcun altro lancia in area o diventare finalmente chi ne determina la direzione.
I classici latini, e prima ancora di loro i greci, racchiudevano questo concetto in una frase famosa e molto d’effetto: “Per aspera ad astra”, che tradotto vuol dire “attraverso le asperità fino alle stelle”. I padri della nostra cultura erano consapevoli che bisognava superare cime tempestose e ostacoli insormontabili prima di giungere alla vittoria.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, qualche secolo più tardi un certo Dante Alighieri concluse il suo viaggio all’Inferno con questo celebre verso. Anche in questo caso le parole utilizzate dal sommo poeta sono un invito a mettersi in cammino soprattutto quando la strada sembra tortuosa e tutto sembra girare storto. La Divina Commedia non va interpretata come un’opera che mette al centro di tutto la sfera religiosa, bensì è la più importante testimonianza letteraria delle capacità dell’essere umano di superare le avversità che la vita gli pone dinanzi. Siamo noi gli artefici del nostro futuro, siamo noi che dobbiamo costruire il nostro domani, attraverso il sacrificio, l’impegno e anche una certa dose di coraggio.
E se prendere la vita in mano fa paura, non preoccupatevi…C’è un allenamento anche per sviluppare questa abilità. Prima e fondamentale regola è quella di porsi un obiettivo e mettersi alla prova.
A volte serviranno anni prima di riuscire, altre volte sarà più semplice, l’importante è non arrendersi mai! Solo in questo modo quello che sembrava impossibile diventerà possibile e, infine, realizzabile.
L’ho sperimentato sulla mia pelle qualche giorno, quando insieme ad altri due compagni della community BOX N.1 (Vittorio e Andrea) ho preso parte alla Spartan Race svoltasi a Cesenatico. Tutti e tre – mi perdoneranno gli altri se parlo anche a nome loro - ci siamo avvicinati al CrossFit attratti da questa manifestazione, con la speranza che attraverso i duri allenamenti quotidiani prima o poi sarebbe arrivato anche il nostro momento.
Fino a qualche anno fa, infatti, la partecipazione a questo evento sembrava per noi impossibile.
Tanti chilometri da macinare e ostacoli troppo duri per le nostre capacità. Ma la preparazione fisica non bastava. Ognuno di noi, inoltre, avrebbe dovuto fare i conti con una di quelle fobie che ti porti dietro per tutta la vita (la mia ad esempio è l’acrofobia, ossia la paura dell’altezza). Questa esperienza, infatti, ci ha insegnato che dietro la curva può esserci un muro che a volte riesci a scavalcare, altre volte, invece, devi arrenderti e sei costretto a pagare pegno (con i tanto odiati burpees) per poi tornare nuovamente a correre per coprire chilometri interminabili intervallati da arrampicate, da palle di cemento che bisogna trasportare sulla sabbia e da catene da trascinare di forza nel mare in tempesta. A pochi metri dal traguardo, infine, un salto per superare quell’ultimo fuoco rigeneratore. La sensazione che si prova mentre lo salti è unica: in un momento il tuo passato, i tuoi sacrifici sono alle spalle, dinanzi ai tuoi occhi solo l’immagine di chi ce l’ha fatta perché ha preso la vita di petto.
A traguardo tagliato, con il sorriso stampato in faccia, ci siamo resi conto che il CrossFit non solo ci ha permesso di portare a termine questa sfida ma ha sviluppato in noi la consapevolezza che la scelta di gran lunga migliore è quella di diventare gli artefici del proprio futuro.
In questa costruzione del domani, però, non sempre tutto filerà liscio; lungo il percorso si otterranno delle vittorie ma si incapperà anche in alcune dolore sconfitte e saremo costretti a pagare pegno. Poco importa, quando questo avverrà ricordiamoci che molte disfatte non dipenderanno da noi ma saranno il frutto di imprevisti o avvenimenti che non possiamo in alcun modo controllare. E anche qualora dovessimo commettere un errore non abbattiamoci, sbagliare è altamente pedagogico. La prossima volta andrà sicuramente meglio.
L’importante è prendere in mano le nostre vita e anche se non dovessimo riuscire a riveder le stelle ricordiamoci sempre che, in fin dei conti, è il viaggio quello che ci fortifica.
Antonio Leone - Sociologo
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